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Causale: un pozzo per Andrea

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"" UN POZZO PER ANDREA "

Un pozzo per AndreaLa tragedia che ha colpito la famiglia De Nando, che ha portato via ai genitori il giovane figlio di quindici anni Andrea, cambierà la vita a molte personeAndrea il 29 gennaio 2011 è stato travolto e ucciso mentre tornava a casa dopo una giornata trascorsa all'oratorio. Il giovane viveva con la famiglia a Peschiera Borromeo, in provincia di Milano, era un ragazzo attivo e volenteroso, stimato dagli amici, frequentava con buoni risultati il Liceo Scientifico.
Tra gli interessi di Andrea, tipici della sua età, c'era un sogno. Un sogno scritto sul suo diario che la mamma ha ritrovato e che ora, anche per dare un "senso" a questa incredibile morte, vuole realizzare: costruire un pozzo in Africa. Con diversi appelli ripresi dalla televisione e dalla stampa, la signora Elisabetta, mamma di Andrea, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per la realizzazione del sogno di Andrea, così da trasformare tanto dolore in un atto di amore che lasci un segno nella vita di molti.
«Mio figlio aveva un cuore grande - spiega Elisabetta - e pensava a questa bella opera sulle pagine del suo diario. Era un ragazzo splendido e pensava agli altri. Siamo stati insieme due volte in Africa e vedendo la povertà estrema in cui vivono migliaia di persone, Andrea chiedeva il perché. Tra i vari motivi, rispondevamo che la mancanza d'acqua, la siccità e le difficoltà nelle coltivazioni erano la causa di tanta sofferenza. Per questo avrebbe voluto costruire un pozzo. Vorrei che iniziasse una raccolta fondi, perché uno o più pozzi possano essere realizzati in Africa, per Andrea».
E il sogno di Andrea di portare acqua in Africa si sta ora realizzando grazie al VIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che ha promosso la campagna di raccolta fondi “Un pozzo per Andrea”. A questa iniziativa, che ha consentito già la costruzione di tre pozzi in Etiopia, contribuiscono ora gli studenti del Master IED in Cartoon Animation, con questo video d’animazione che promuove la realizzazione di nuove opere idriche nel Corno d’Africa. Il protagonista è un diario di scuola e le pagine si animano riuscendo a raccontare come l'acqua porti vita e gioia in Africa. Il cartone ha interpretato cosi la storia del sogno scritto da Andrea nel suo diario: portare acqua nei villaggi colpiti dalla siccità. Un sogno che attraverso l'opera del Vis sta diventando realtà.

 
 
EMERGENZA SICCITA'

La voce dei nostri volontari in Etiopia

4 agosto 2011 Addis Abeba - La situazione di grave siccità che ha colpito il corno d'Africa si sta intensificando ed anche a Gambella, regione ad Ovest dell?Etiopia incuneata nel Sudan, si risente della mancanza di piogge.

Nei villaggi dove i Salesiani hanno iniziato, su richiesta della popolazione locale, l'opera di evangelizzazione la popolazione guarda ogni giorno il cielo sperando e pregando. Il Vescovo di Gambella, Mons. Angelo Moreschi, salesiano che dal 2000 regge la prefettura apostolica, prega ogni sera durante la messa insieme con i suoi parrocchiani perché cada un pò di pioggia e non tutto il raccolto vada perduto. Per settimane, nonostante questa sia considerata la stagione delle piogge, i campi sono rimasti a secco e già diversi villaggi si sono presentati con richieste di aiuto firmate da tutti i capi famiglia che il capo villaggio consegna nelle mani del Vescovo. A Ibago, Ilea, Matar e Nignegnang, quattro villaggi sulla strada che da Gambella porta in Sudan, i Salesiani hanno iniziato incontrando la popolazione locale settimanalmente, poi piano piano hanno costruito una sala di pali di legno e con il tetto di paglia dove i bambini possano fare lezione quotidianamente e tutti coloro che vogliono si possono incontrare per la catechesi settimanale. I Salesiani cercano anche di promuovere l?iniziativa locale per esempio aiutando ad iniziare piccoli negozi o coinvolgendo la popolazione nella coltivazione di appezzamenti di terreno come succede ad Ilea.
Di norma i villaggi possiedono un pozzo scavato dalle autorità locali, ma questi pozzi sono tutti troppo poco profondi e nella stagione secca si prosciugano costringendo la gente a percorrere chilometri per avere acqua che di norma attingono dal fiume Baro. L'acqua del fiume però è davvero malsana e le malattie si diffondono velocemente. Inoltre il fiume è pericoloso per via della presenza di alligatori.
Per questo il VIS attraverso la campagna “Un pozzo per Andrea” ha realizzato ed inaugurato a luglio nei due villaggi di Ilea ed Ibago due pozzi profondi azionati da pompe a mano che garantiranno acqua pulita anche durante la stagione secca.
Il pozzo tuttavia non è sufficiente per irrigare anche i quattro ettari di terreno del campo di Ilea dal quale le circa 500 persone del villaggio speravano di ottenere il mais per la loro sopravvivenza e che ora si sta seccando giorno dopo giorno. Il capo villaggio ha chiesto alla delegazione del VIS, che si è recata ad inaugurare il pozzo, di finanziare anche una pompa da installare sul fiume Baro a poche centinaia di metri dal confine del campo e poter così sfruttare quest'acqua almeno per l'irrigazione. A Nignegnang la fila di persone che si riforniscono di acqua al pozzo realizzato dai Salesiani è continua durante tutto il giorno: le donne con le loro taniche di plastica gialle in testa percorrono chilometri per riportare a casa il liquido prezioso accompagnate da bambini che spesso portano anche loro recipienti pieni e pesanti. A Matar presto verrà realizzato un pozzo per permettere a circa 4.000 persone di avere quotidianamente accesso ad una fonte di acqua. Purtroppo però non si arriverà in tempo per salvare il raccolto che è allo stremo: le deboli piogge che ogni tanto cadono servono solo ad illudere le persone e le piante di mais! Il granoturco fiorisce, ma si secca il giorno dopo mentre la terra è spaccata dal sole. Il raccolto di questa stagione è quasi completamente bruciato.

Gloria Paolucci, volontaria VIS, rappresentante Etiopia

 
 
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