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"LA MORTE DI UN FIGLIO" di Ermanno Capriotti

Vivere la morte di un Figlio è la più dolorosa esperienza che un essere umano possa fare.. un evento talmente straordinario e innaturale che non si può in alcun modo accettare o esorcizzare.. sarebbe utile poter andare al di la della propria ragione per riuscire a gestire le emozioni a proprio piacimento e ottenere una spiegazione come e quando si desidera.. purtroppo non è così.
Quando muore un Figlio, unico o no.. è finita!
Si viene travolti da una disperazione e da un senso di distruzione che renderà molto difficile il controllo della propria volontà e la fine che si credeva lontana arriva improvvisa, spietata, lasciando poche possibilità di continuare a vivere a dispetto del sopravvenuto disordine biologico.

Da quel momento ti accorgi che la vita, per te, non è più quella che conoscevi prima.. un pensiero fisso, sempre uguale: la lentezza del tempo, l'enormità del vuoto e l'attesa di un segno.. saranno i tuoi tormenti. Sensazioni a fior di pelle che ti tolgono la capacità di guardare e vivere ciò che ti circonda, fino a non sapere più cosa ci stai a fare.. si va avanti senza interesse, per abitudine.. ma non sa di niente.. colori sbiaditi, sapori scomparsi, risate dimenticate.. un’esistenza piatta dentro una vita annullata dalla continua nostalgia del battito di un cuore del quale non puoi fare a meno.. quello di tuo Figlio! La perdita di un Figlio ti fa capire ciò che vale e ciò che non vale niente.. ti fa capire quanto sei stato sciocco a trattenere le urla di gioia, quando era li con te.. ti fa capire che tutto ciò che vive è evanescente e niente di ciò che è bello può durare.. ti fa capire che tutto puoi sopportare ma non la sua assenza.. ti fa entrare in un mondo parallelo, dove tutte le persone che ti circondano le percepisci come forme anonime, ti sembrano comparse, messe li di proposito per cercare di rassicurarti ma loro trascorrono il giorno vivendolo e non possono capire che per te il tempo si è fermato nell'istante in cui è andato via tuo Figlio.. a chi ti conosceva, sarà impossibile fargli capire che tu non sei più quello che eri prima.. il dolore ti ha piegato, adesso sei un fantasma.. cupo, pensieroso.. invisibile e sarà difficile riuscire a spiegare che l’aspetto da te assunto non è un modo di apparire ma è la tua spontanea, solitaria, resistenza al dolore.. inaspettato, sconosciuto, disumano.. è la tua condanna definitiva e il tuo modo di essere dipenderà dal continuo cercare di difenderti da essa. Scrivere quello che ti viene in mente diventa un modo di vivere dentro la Sua assenza.. una sorta di corazza, per meglio aspettare e rispettare la fine!

“..ora che la sconfitta è totale, tutti i giorni in bianco e nero e le notti senza sonno.. le solo foto e i ricordi non bastano.. aspettiamo che tutto abbia fine per rendere la vita simile alla morte e viceversa.”
Il dolore è il dolore.. ma quello che si prova per la morte di un Figlio non si riesce a spiegare perché va oltre ogni conosciuta misura!

Mi permetto di dire, con sincerità, a chi non ha avuto questa terribile esperienza, di cogliere e godere tutte le piccole cose che la vita offre, di vivere ogni giorno come se fosse quello ideale, di rispettare i Figli e stringerli forte, quando ci sono, perché la vera ed unica sconfitta si conoscerà solo quando si dovrà sopravvivere alla loro perdita.

Al di la di questo... tutto il resto è benessere!

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